Nel mondo tutti conoscono il “Made in Italy” sigla che racchiude il meglio della produzione italiana, nei settori più importanti del nostro Paese: moda, agroalimentare, arredamento, design.
Nella società liquida e globale, dove le competenze si intersecano, non si vende più uno Stile, ma una competenza, cioè la capacità di “trasformare” un prodotto. Il punto di partenza è il prodotto, ma oggi, il prodotto, da solo, non basta più. Per essere appetibile, desiderato, ma soprattutto per essere venduto, necessita di altri preziosi elementi. Si avvale, pertanto, di contenuti multidisciplinari.
Anche la percezione del consumatore è mutata, ha maggiori conoscenze e una maggior consapevolezza negli acquisti, in linea con il cambiamento in atto nel mondo aziendale. Per affrontare i mercati, quindi, bisogna possedere nuovi requisiti come “una metodologia per saper gestire un processo creativo, inserire elementi innovativi all’interno di una vision, e avere un gruppo che va coordinato”.
Il brand, insomma, è la chiave di volta che apre le porte del business, ma ciò che conta è il processo creativo messo in atto. Recuperare il valore del lavoro fatto a mano, l’abilità dei nostri artigiani, guidati e sorretti da processi tecnologici innovativi, è la chiave di volta per affrontare nuove sfide e aprirsi al mercato.
Le imprese vincenti sono quelle che puntano sui nuovi parametri: creatività e trasformazione. Dietro ad ogni impresa c’è una storia da raccontare, un territorio, dei valori, una mission. Questo mix strategico è fondamentale. Il “Futuro Artigiano” è già qui.