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TORINO CAPITALE DEL CIBO: servono promozione e comunicazione

di Cinzia Dal Brolo
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Torino capitale del cibo: può diventarlo, se adotta determinate strategie. Perché in Italia ci sono anche altre città che rivendicano il primato del cibo. salone dle gustoSecondo Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, aprendo la conferenza Torino capitale del cibo, per definire il Terzo piano strategico per Torino metropoli 2025, ha evidenziato i punti di forza della città: caffè di grandi e piccole torrefazioni, cioccolato, gelato, bar storici.  Suggerendo di puntare sulla ristorazione, già esistente, perchè sia attrattiva, “capace di motivare il viaggio per chi arriva da fuori”. Sardo ha suggerito di far nascere una Food Commission che lavori nello specifico sulla qualità diffusa per tutti; creare un Atlante del cibo locale, integrare le politiche alimentari di Torino con quelle dell’hinterland.

Il professor Egidio Dansero dell’Università di Torino, ha “fotografato” la situazione del cibo a Torino oggi, e ha fornito alcuni dati significativi: 49 mercati rionali con 1527 banchi alimentari, 371 aziende agricole che li servono; 4088 esercizi di somministrazione alimenti in città. “Una presenza forte che ha contribuito a modificare il volto di molti quartieri” proponendo un vero e proprio “tavolo di lavoro per pianificare le strategie urbane del cibo, come avviene per i trasporti pubblici, i servizi alla persona o lo sviluppo urbanistico della città”.

torinoDurante il dibattito moderato dal giornalista Sergio Miravalle, sono scaturite interessanti riflessioni, in vista di Expo 2015, prima delle conclusioni affidate al sindaco Piero Fassino: “La città di Torino è cambiata moltissimo negli ultimi decenni – ha dichiarato intervenendo al Lingotto – e questo luogo ne è un simbolo, emblema della città produttiva e manifatturiera che per un secolo è stata capitale industriale dell’Italia. La deindustrializzazione ha mutato gli scenari, ma Torino ha saputo rispondere al declino, elaborando il lutto, e specializzandosi senza perdere la sua identità di città industriale.

Poi si è investito moltissimo sul sapere, sulla conoscenza, sulla ricerca e sulla cultura come fattore costitutivo di un modello di sviluppo. Ogni settimana Torino offre iniziative culturali di alto livello. Come il Salone del Gusto e Terra Madre che rappresentano la cultura dei territori e dei paesi ospiti, nell’incontro con la grande produzione agroalimentare piemontese. Il cibo è parte di questa trasformazione di Torino e le condizioni per fare di Torino una capitale del cibo ci sono: bisogna lavorare sulla promozione e sulla comunicazione”.

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