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El Bulli: da iconico ristorante a museo

di Cinzia Dal Brolo
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Innovazione, metodo, ricerca: questa la formula con cui Ferran Adrià – chef di livello planetario -, ha rivoluzionato la gastronomia mondiale, portando al successo il locale che più lo identifica: El Bulli

Tempio della ristorazione d’avanguardia, El Bulli: quasi 4 mila metri quadrati (2.500 all’estero e 1.300 all’interno) a Cala Montjoi, in Costa Brava, ufficializza la sua eredità, diventando un museo. Un’eredità, quella di ElBulli1846 – nome che indica il numero di piatti serviti – che vuole indurre i visitatori a riflettere sul binomio gastronomia-innovazione, omaggiando tutti quelli che hanno contribuito alla storia del locale come impresa e ai progetti dell’omonima Fondazione.

69 installazioni artistiche (concettuali e visive) facilitano il percorso: “Bullipedia”, una sorta di Treccani gastronomica che valorizza il metodo; elBulliDNA consente di scoprire l’anima di tutti i progetti intrapresi dal 2011 a oggi. Infine, c’è l’edificio storico del ristorante, conservato integralmente. Quello che non si fa, in questi spazi, è mangiare. “Altrimenti sarebbe un ristorante – spiega Ferran Adrià – il nostro scopo è far mangiare conoscenza, una metafora per spiegare cosa si incontra a elBulli1846”.

Benchè la sala e la cucina, dove Ferran Adrià, Juli Soler e la brigata creativa elaborarono i 1846 piatti, conservino gli elementi originali: tovaglie, stoviglie e cristalleria. Una visita che permetterà di comprendere meglio il sistema di pianificazione, organizzazione e funzionamento di un ristorante di quel livello. 

Il museo è aperto dal 15 giugno al 16 settembre (dalle 9 alle 20); chiuso la domenica.

Per informazioni: elbullifoundation.com

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