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“CORPO IN AFFITTO” apre la rassegna teatrale del Busnelli

di Cinzia Dal Brolo
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Sabato 15 febbraio il teatro Busnelli di Dueville ha presentato lo spettacolo “Corpo in affitto”, finalista del Premio Off del Teatro Stabile del Veneto, una singolare produzione che rientra nella più ampia rassegna, “Wdays- non solo 8 marzo” organizzata dall’Associazione Dedalo Furioso e Valentina Brusaferro, in collaborazione con il Comune di Dueville e la Biblioteca. 

La rassegna teatrale, infatti, comprende 5 eventi dedicati all’universo femminile, e costituisce una bella testimonianza di portare uno sguardo “da donna sulle donne” sotto diverse prospettive; con l’idea di dare un’identità al teatro Busnelli, recuperando una serie di iniziative sul territorio.  “Corpo in affitto” è un’opera decisamente forte, nel tema e nei toni. Affronta il tema della donna, del suo mettersi a nudo fisicamente ed emotivamente, con drammaticità, ma senza dare alcun giudizio morale.

Silvia, la protagonista, bene interpretata da Evarosella Biolo, evidenzia la solitudine e il suo “mostrarsi” al mondo attraverso il corpo, che usa impudicamente, quasi non ne fosse realmente consapevole.La protagonista rivela il suo dolore, fisico e psicologico, nella lotta quotidiana con se stessa e con il proprio femminile.  Silvia è una delle tante, giovani adolescenti, che affitta il proprio corpo per una manciata di spiccioli, o per piacere. Lo fa con tale naturalezza e indifferenza da trovarsi, inevitabilmente, invischiata nelle sue stesse scelte obbligate.

La Biolo si immedesima profondamente nel personaggio: Silvia si racconta in scena, sola, mettendo a nudo la sua fragilità, snocciolando i fatti fino alla decisione finale: farsi tagliare a pezzi da uno strano vecchio per capire chi è veramente e cosa c’è dentro di lei. In realtà Silvia riflette la società che l’ha creata e abbandonata al suo destino. Di fatto lo spettacolo vuole porre delle domande: perchè al giorno d’oggi le ragazzine usano il proprio corpo per soldi e sfidare la società? Perchè accettano di prostituirsi per pochi euro, senza mostrare imbararazzo? 

Così accade che si passi da una sorta di condanna del personaggio, ad amarlo, per poi trovarsi, semplicemente ad accettarlo. La stessa Biolo ammette “il testo non è scontato; la posizione è tra le righe, non c’è una vera soluzione o un giudizio”, perchè ciascuno, individualmente, deve poi cercare di darsi una risposta. Attraverso l’opera teatrale, ogni spettatore ha potuto riflettere e trarre delle personali considerazioni; che può condividere nella pagina Facebook “Silvia. Corpo in affitto” (https://www.facebook.com/pages/Silvia-Corpo-in-affitto/552106288196149) aperta recentemente con lo scopo di creare un punto di incontro sui temi portati in scena.  

Una soluzione vera al problema non esiste; questo non era poi l’intento del regista Marco Artusi, che ha ben delineato il personaggio e il fenomeno. Silvia è una di noi, è una parte dell’universo femminile ancora insondabile. Silvia pone delle domande e vuole sapere quale è il suo ruolo in società; nello stesso tempo ci presenta una giovane donna piena di energia, di vitalità. 

Evarossella Biolo, attrice professionista, con un passato  multidisciplinare, che spazia dalla danza al teatro, dalla scrittura  all’approfondimento del personaggio clownesco, ha dedicato molto tempo a Silvia. “Per circa 1 anno, dichiara, ho lavorato su diverse tranche, per assimilare il personaggio. Fatta una prima tranche ne sono seguite altre a distanza di tempo. Il processo è stato lungo, volutamente lungo, perchè Silvia è una figura difficile…inoltre questa è un’autoproduzione”. Figlia d’arte, la Biolo confessa di essere approdata alla recitazione dopo un percorso personale vario, ma che per lei “recitare è uno strumento di comprensione”.

 

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